Mi sono “innamorato” di un mio capo quando mi ha fatto una lavata di testa che metà bastava. È che l’ha fatto nel modo giusto, così io ho capito e apprezzato.
Il feedback negativo può giocare un ruolo spartiacque, si conquista o si perde una persona. Spesso suscita timore e imbarazzo in chi il feedback lo deve trasmettere, frustrazione e risentimento in chi il feedback lo deve ricevere. “Avrà pure ragione ma per come me l’ha detto e per le parole che ha usato con me ha chiuso”. Quante volte sento questa frase. Di solito è l’inizio della fine.
Piccoli accorgimenti che non sono una panacea ma possono aiutare:
1 Spostare il focus. La terza persona singolare (il risultato, il rendimento è stato o non è stato) è molto più indicata rispetto alla seconda persona singolare (tu hai fatto, tu non hai fatto).
2 Sempre in privato, a quattr’occhi.
3 Concentrarsi sulla fase migliorativa e correttiva rispetto agli errori compiuti. La prima persona plurale (cosa possiamo fare?) rafforza il coinvolgimento e lo spirito di squadra.
4 Diretta conseguenza punto 3: proiettarsi sul tempo futuro (cosa c’è da fare) anziché su quello passato (quanto fatto o non fatto).
5 Last but not least: confortare e incoraggiare. Sempre.