Un piccolo esercizio che su di me ha generato effetti sorprendentemente tonici, tanto da azzardarmi a proporlo spesso, consiste nel sostituire il termine “problema” con qualcosa di più neutro.
Che so: situazione, aspetto, faccenda, tema, questione. Tutti vocaboli che pur riferendosi alla medesima fattispecie hanno la capacità di smorzare la pesantezza della parola “problema” e di disinnescarne la forza evocativa (in grado spesso di farne intravedere anche laddove non ci sono).
Gestire la situazione, affrontare il tema, vedere la questione, sbrigare la faccenda, definire l’aspetto. Tutte locuzioni che abbassano toni e ansia in partenza.
Sciocchezze? Forse. In ogni caso, se è vero come è vero che tutti noi siamo il risultato delle parole che usiamo, mi ritrovo spesso pieno di situazioni, temi, questioni, faccende, aspetti, anziché pieno di problemi.
È già molto per me.
Certo, “Houston, abbiamo una situazione” probabilmente non sarebbe passata alla storia come frase tanto memorabile…