VIDEO – Empatia: quando sono al posto suo

“Quando sono al posto suo” secondo me è la corretta premessa quando si parla di empatia, ancor meglio di “se fossi al posto suo”.
Perché? Perché siamo stati e siamo continuamente “al posto suo”, non c’è bisogno di immaginare il “se fossi”.
Siamo stati e siamo tutti responsabili, colleghi e collaboratori al tempo stesso, gestiamo e siamo gestiti. Siamo clienti e siamo fornitori, acquistiamo e vendiamo prodotti o servizi.
Sappiamo perfettamente cosa significa e cosa si prova quando si è dall’altra parte, perché ci capita ogni santo giorno.

E naturalmente tutti noi abbiamo qualcuno a cui rendere conto del nostro operato, nel lavoro come nella vita privata. Sempre.

Quindi, quando mi trovo al posto suo:
– cosa mi piace sentirmi dire?
– come vorrei essere trattato?
– cosa vorrei leggere nelle email a me indirizzate?
Per estensione:
– cosa non vorrei sentirmi dire per nulla al mondo?
– come non vorrei essere mai trattato?
– cosa non mi piace leggere in una email indirizzata a me?

Farsi queste domande regolarmente potrebbe bastare e avanzare per alimentare un vero approccio empatico.

Sappiamo bene cosa significa per quella persona stare di fronte a noi in quel momento e cosa sta provando.
Ci succede tutti i giorni.

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