In primis favorire la focalizzazione, alchimia che ci rende più concentrati, più veloci, più creativi e performanti.
In secondo luogo tutelarsi da errori e dimenticanze, frutti di una frammentazione continua delle attività.
Terzo, ottimizzare il proprio tempo.
Il vecchio principio di accorpamento è sempre valido per queste tre finalità.
Soprattutto lavorando da casa.
Fissarsi delle sezioni temporali, veri e propri blocchi di durata prestabilita in cui convogliare attività identiche o similari. Si mantiene la sintonia. Se ho diverse telefonate da fare le raggruppo in uno o più momenti, idem per le email, per un report, per predisporre un’offerta, prepararmi ad una riunione con il capo o con il cliente. Così via.
Secondo la legge di Parkinson il lavoro si espande fino ad assorbire tutto il tempo a disposizione; se ho un’ora per svolgere un compito, ci metto un’ora; se ho due ore da dedicare allo stesso compito, ci metto due ore. Non sempre è così, credo tuttavia ci sia un gran fondo di verità.
Soprattutto lavorando da casa.
Lontano dalla dimensione fisica on the job possiamo paradossalmente essere più vulnerabili ai nostri “deragliamenti”.
L’auto-organizzazione è una competenza d’oro.
Soprattutto lavorando da casa.
“La mia casa è piccola ma le sue finestre si aprono su un mondo infinito” (Confucio)