Presentarsi da un cliente o ad un colloquio di lavoro (c’è forse una differenza?) senza aver studiato a dovere sito, canali social, testimonianze e articoli riguardanti i nostri interlocutori può equivalere ad un suicidio. Con buone probabilità verremo smascherati (e squalificati) in un batter d’occhio.
Se non ti curi di prepararti adeguatamente, ti prepari a soccombere inesorabilmente.
Da un’interrogazione ad un esame all’Università, da un incontro con il cliente ad un meeting con il proprio capo, da un colloquio di lavoro alla gestione di una nuova commessa, da una riunione tra pochi intimi ad uno speech con una folta platea, da un allenamento ad una gara. Vale per tutto. Se non ti prepari, ti faranno le scarpe. O la pelle, per dirla tutta.
Detto da uno che adora l’improvvisazione e gli improvvisatori. Il fatto è che per improvvisare bene devi avere preparazione da vendere alle spalle. Altrimenti fai figuracce. E io ne ho fatte, prima di imparare la lezione.
Formazione, studio, aggiornamento, lettura, affiancamento, allenamento e ripetizione. Sono tutti aspetti indispensabili per procurarsi “l’attrezzatura” giusta, per farsi trovare pronti e preparati, per gestire battute d’arresto e colpi di scena. Per riuscire a vedere un po’ più in là. E soprattutto per andare un po’ più in là.
L’unica via che io conosco per garantirsi una crescita costante è la preparazione. Aggiunge nuovi tasselli al patrimonio di conoscenze e competenze, aumentando sempre più il nostro valore stratificato. In questo risiede la forza, il vero potere di tutti noi.
Un antico proverbio così recita “Imparare è come remare controcorrente: se smetti torni indietro”.
Se non si migliora, si peggiora.