“Presi singolarmente io e Ron Wood non siamo granché come chitarristi, ma quando suoniamo insieme valiamo per venti”.
Così dice Keith Richards, leggendario chitarrista e cofondatore dei Rolling Stones. Lui la chiama “antica arte dell’intreccio”, quando due chitarre suonano insieme creando fraseggi così armoniosi da non distinguere quale parte sia dell’uno e quale dell’altro, generando un “tutto” superiore ai singoli due contributi.
L’intero vale più della somma delle singole parti.
Da ben 58 anni gli Stones rappresentano molto più di una rock band di fama planetaria che ha lasciato un segno indelebile nella cultura, non solo musicale, del ‘900 e del primo ventennio degli anni Duemila. Molto più di un’azienda multimilionaria che ha stracciato ogni record nel suo ambito.
Sulla cresta dell’onda da quasi sei decenni, sono l’esempio tangibile di come un gruppo di persone che si trasforma in squadra vera possa ottenere risultati straordinari, a patto che i singoli talenti vengano messi a disposizione dei compagni per un bene superiore.
Al di là di alti e bassi inevitabili, al di là di divergenze fisiologiche.
Soprattutto al di là di ogni immaginazione.
“Quanto pensi durerà il vostro successo?” (Intervistatore)
“Un paio d’anni al massimo”. Ipse dixit: Sir Mick Jagger nel 1964.
Il resto è storia.