Alleati o antagonisti: breve estratto di un dialogo davanti allo specchio.
L’alleato
“Quando sei caduto e non avevi più nulla, la vita e il lavoro che hai ti sembravano un lusso e un privilegio. Hai ottenuto dei risultati che in molti ti invidiano e che tu stesso sognavi.
Sei stato bravo. Sei stato molto bravo.
È il caso di essere riconoscente per quel che sei e hai. L’unico modo per esprimere riconoscenza è imporsi di migliorare ancora.
Prendi quello che sai fare bene e fallo meglio, studia, prenditi a cuore le relazioni, investi bene il tuo tempo. Fai sentire la tua vicinanza alle persone che ti hanno aiutato: i tuoi clienti, i tuoi colleghi, i tuoi capi. Prenditi cura dei tuoi cari e dei tuoi amici: sei la persona che sei e hai quello che hai anche grazie a loro.
Anche se non te ne rendi ben conto, hai dei punti di forza che ti fanno apparire unico e appetibile agli occhi degli altri. Naturalmente c’è sempre qualcuno nel lavoro che ti sembra più bravo e capace di te. E probabilmente è più bravo e capace di te. E allora? Allora cerca di imparare sempre da quelli in gamba: guarda cosa fanno e come lo fanno, come parlano, come si muovono, come ti guardano, ascoltali, ascoltali tanto.
Fatti le domande giuste: concentrati sulla persona e sul professionista che vuoi diventare da qui ai prossimi cinque anni. Se consideri i progressi incredibili che hai avuto negli ultimi cinque, ci sono buone probabilità che tu possa replicare l’impresa. E pensare in ottica di buone probabilità è già tanta roba per te.
E poi…fatti un bel sorriso che te lo meriti tutto”.
L’antagonista
“Non sei abbastanza in gamba, fattene una ragione.
Guarda gli altri che lavoro e che vita hanno. Onestamente sono una spanna sopra di te e lo sai. Mettici anche che la buona sorte è sempre stata dalla loro parte: vengono da buone famiglie, conoscono le persone giuste, ne centrano una dopo l’altra, spesso combinano poco e sono comunque sulla cresta dell’onda. Tu invece fatichi come una bestia e ti ritrovi sempre ad inseguire: non sei la persona che vorresti essere, non guadagni le cifre che avevi in mente, non vivi la vita che ti eri immaginato, non hai nemmeno la famiglia che sognavi per te.
E anche quando hai dei meriti c’è sempre qualcosa o qualcuno pronto a rovinarti la festa: le circostanze, i clienti, i colleghi, i capi. A pensarci bene, prima ancora ci sono stati i professori, gli amici, le fidanzate, i genitori. Stessa storia.
Con tutti i sacrifici che hai fatto. Ti sei impegnato, hai studiato, hai ingoiato rospi uno dopo l’altro, hai subito frustrazioni e dispiaceri. Per cosa? Per vederti sorpassato dagli altri? Li vedi come sono realizzati e soddisfatti, proprio come vorresti esserlo tu. Cosa ti ritrovi adesso? Che fine hanno fatto i tuoi sogni, la vita e la carriera che desideravi per te?
E adesso cosa vuoi fare? Vuoi rifarti una vita e una carriera? Se anche fosse, sai benissimo come vanno le cose e come gira la giostra, hai già visto tutto.
Lasciamo stare, dai. Cerca di non pensarci”.
I pensieri sono elementi tangibili, concreti.
Diventiamo ciò a cui pensiamo (e che ci diciamo) per la maggior parte del nostro tempo.
Alleati o antagonisti. La scelta spetta sempre a noi.