Le convinzioni e le credenze profondamente radicate in noi finiscono per diventare la nostra realtà.
Cito al riguardo un autore che mi è molto caro, Wayne Dyer: “Non si crede a ciò che si vede, si vede ciò in cui già si crede”.
Come ho avuto modo di scrivere più volte, i pensieri sono elementi tangibili, concreti: diventiamo ciò a cui pensiamo (e che ci diciamo) per la maggior parte del nostro tempo.
Grazie al cielo le credenze e le convinzioni non sono aspetti innati ma acquisiti nel tempo.
Buon senso suggerirebbe di alimentare credenze e convinzioni che ci potenziano, che ci portano là dove vogliamo arrivare attraverso il loro equivalente pratico, cioè le nostre azioni.
Così come buonsenso suggerirebbe di disimparare credenze e convinzioni che ci indeboliscono e mortificano, allontanandoci dai nostri desideri e dai nostri obiettivi.
Siamo molto meglio di quanto pensiamo, tutti noi.
Roosvelt ha detto che nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro consenso: ecco, nessuno, nemmeno noi stessi.
Allevare e allenare il protagonista o l’antagonista, la luce o l’ombra che è in tutti noi, è sempre una scelta.
Nostra.