Essere presi in considerazione, essere letti tra i primi e attentamente, avere un riscontro a breve giro: queste le aspettative comuni quando si invia un’email.
Quello che scriviamo nell’oggetto può giocare un ruolo sorprendentemente determinante per raggiungere lo scopo.
Un po’ come quando si legge il giornale, ad attirare l’attenzione e favorire l’approfondimento è il titolo dell’articolo.
L’oggetto di un’email, ancor prima del mittente, è l’elemento sul quale si catapulta lo sguardo quando si apre il programma di posta, da telefono o pc. Molto spesso è anche il fattore che invoglia ad aprirla subito o meno. Come si fa a resistere di fronte a “Ho buone notizie”? Se si legge il classico “Riscontro” la tentazione non è così forte.
Quando scriviamo abbiamo una miriade di concorrenti là fuori: il mio destinatario con buone probabilità riceverà decine di altri messaggi in quella giornata, oltre al mio. Essere letti tra i primi dieci o tra gli ultimi dieci può fare una differenza enorme.
Come viene “confezionato” l’oggetto del messaggio è il primo passo per risalire la classifica.
“Dove vien meno l’interesse, vien meno anche la memoria” (Goethe)